Perché la polizia statale è inefficiente anche se si impegna

Una delle cose che diamo più per scontata è che lo Stato debba gestire la sicurezza del territorio dominato e che non esistano alternative valide.
Questa convizione è così radicata che quasi nessuno prende molto tempo a ragionare su quali sono i problemi del sistema attuale, perché deve essere così e quali potrebbero essere le alternative, se ci sono. Ovviamente noi ci prendiamo il tempo di fare questi ragionamenti.

Prego notare che nel corso dell’articolo dirò polizia dello Stato per indicare la polizia di qualsiasi potenziale Stato e non “Polizia di Stato” cioè il nome di una delle numerose polizie dello Stato Italiano

Polizia dello Stato, cosa deve fare come deve farlo

Dovunque si vada nel mondo le polizie statali raramente fanno una bella figura. Le società tendono a dare la colpa ai singoli poliziotti, le “mele marce”, e per quanto questi siano coloro che fanno infine i danni, bisogna pure chiedersi perché in tutto il mondo fanno danni molto simili. La realtà è che la polizia dello Stato ha problemi che trascendono la buona volontà dei singoli poliziotti.
Il primo problema sorge sugli obiettivi: Proteggere le persone o proteggere lo Stato? Già questo non è chiaro. Anche dove la legge ammette che la polizia protegge lo Stato, comunque la propaganda dirà che la polizia esiste per proteggere i cittadini. Lì dove la legge dice che la polizia protegge i cittadini, poi è lo Stato che la paga e può usarla per commettere delitti al fine di proteggere se stesso. Questo fenomeno non è esclusivo delle dittature, succede in numerose democrazie.
E poi sorgono problemi sul modo in cui la polizia dello Stato opera: deve girare per le strade per intimidire eventuali criminali? Deve controllare che i veicoli non trasportino materiale rubato? Deve cercare i criminali e magari anche arrestarli? Deve indagare su un crimine per capire chi è il colpevole? Deve controllare che non ci siano topi nelle fabbriche di sughi?

La lista dei compiti citati attualmente sono quelli svolti dalla polizia dello Stato Italiano e dai suoi vari nuclei (creati immagino in un patetico tentativo di imitare la libera divisione del lavoro), ma di base non sta scritto in nessun testo divino che lo Stato tramite la polizia debba svolgere i compiti qui elencati, e potenziali infiniti altri compiti, per garantire la sicurezza. Invece si dà per scontato che la polizia debba fare tutto questo e molto altro.
Per esempio è dato per scontato che la Polizia dello Stato indaghi e poi esegua l’arresto del sospettato. Ma perché non possiamo fare che le aziende private indagano e la Polizia dello Stato si limita ad arrestare? Perché non possiamo fare il contrario? Si tratta di una decisione arbitraria.

Polizia dello Stato, quanta deve essercene?

Il motivo per cui non sappiamo quali compiti la polizia dello Stato deve svolgere, se non per decisione arbitraria e imposta, è che lo Stato ha soldi virtualmente infiniti e non riceve informazioni concrete su dove piazzare ciò che acquista.
La trattazione del problema è lunga, ma il cuore è il seguente: noi usiamo i prezzi delle cose per prendere decisioni su cosa fare, lo Stato non deve porsi questo problema.
Restiamo in materia di sicurezza. Vogliamo mettere in sicurezza la nostra casa e decidiamo di optare per delle telecamere. La decisione di quali e quante telecamere installare è mossa dal prezzo. Certo possiamo immaginare di installare quattro telecamere HD per ogni stanza con batterie della durata di 72 ore e collegamentoad internet tramite rete 5G perenne per un backup costante con una settimana di video su tre cloud diversi. Ma anche se tecnologicamente è fattibile, se in casa la cosa più preziosa che abbiamo è la PlayStation questo sistema ha costi troppo elevati. Probabilmente basta una telecamera all’ingresso e un “speriamo bene”. Non ha senso immaginare progetti senza tenere conto dei costi.

Se quindi noi decidiamo cosa fare sulla base di quanto ci costa, lo Stato non è soggetto a questo limite. Gli Stati “normali” incappano in questo problema perché hanno soldi virtualmente infiniti. Lo Stato non deve decidere quanto spendere, prende le risorse da chi ha prodotto e le spende come meglio crede.
Pertanto uno Stato non può sapere quali compiti assegnare alla polizia perché non sa quanta “polizia” può permettersi di comprare. Quanto veloci devono essere le macchine? Di che materiale devono essere fatte le divise? Quante pattuglie devono girare a Settimo Torinese?

Alla fine, dicono gli statalisti, lo Stato prende delle cifre arbitrarie e più o meno cerca di farci rientrare tutto quello che serve. Ma ciò che “serve” è deciso da burocrati, che poi non hanno la minima idea di come dispiegare questo “servire” perché gli manca il segnale del prezzo quando devono distribuirlo.

Ovvero non ci sono acquirenti che dicono allo Stato “portateci più polizia” oppure “portateci questo tipo di polizia”. Possono esprimere il desiderio verbalmente, ma sappiamo bene che il desiderio verbale non equivale al desiderio che poi si esprime col portafogli.
Una signora che ha vissuto in una zona priva di crimini, potrebbe avere una voce molto forte per richiedere allo Stato numerose pattuglie per scacciare dei ragazzini che bivaccano nel quartiere. Nel frattempo una persona che vive in un quartiere che sta vedendo un aumento dei crimini violenti, potrebbe non avere una voce abbastanza forte per essere sentito dallo Stato e non ricevere aiuto immediato.

Ma i prezzi possono segnalare dove c’è un vero bisogno: la signora probabilmente non sarà disposta a pagare 10 uomini per scacciare dei ragazzini rumorosi, mentre chi vive in un quartiere dove crimini davvero severi stanno aumentando sarà disposto a spendere e vedrà il problema risolto sul nascere, senza aspettare che qualche politico si muova.

Il burocrate dello Stato non può insomma dislocare correttamente la polizia e né sapere quali sono i modi in cui la polizia deve operare.

E tutto questo considerando la massima bontà e virtuosità dei singoli poliziotti e burocrati. Sappiamo bene che nel mondo reale esistono “no-go areas”, ghetti dove i poliziotti sanno che il crimine è abitudine e che accuratamente evitano, se non in casi estremi, perché hanno paura e tanto lo stipendio gli arriva sempre e sempre uguale.

Polizia dello Stato, problemi pratici

Il poliziotto è una figura tragica. Le aspettative che lo Stato crea nella popolazione, e nel poliziotto, sono praticamente impossibili da raggiungere.

Innanzitutto il poliziotto ha a che fare con tutta la popolazione. Se ci pensate, nessuna persona (o azienda) a questo mondo è costretta ad interagire con tutti. Una persona si sceglie i clienti e mette dei paletti per evitare i clienti non adatti a lui, per capacità propria o attitudine del cliente.
Il poliziotto invece può essere chiamato davvero da chiunque, in qualsiasi momento. Dalle persone più oneste ai peggiori subumani, il poliziotto non ha nessuno strumento per sapere con chi avrà a che fare.
Non solo, ma il poliziotto quando invocato si ritrova spesso in situazioni di conflitto a lui completamente ignote, e deve immediatamente capire cosa sta succedendo.
Ciò non è solo altamente stressante, ma anche difficilmente gestibile. Però lo Stato ci convince che questa figura impreparata abbia capacità di giudizio quasi divinatorie solo perché dotata di distintivo.

C’è poi il problema dei poliziotti che fanno danni assurdi, o addirittura commettono crimini, e non vengono puniti. Italia, Stati Uniti, Giappone. Paese che vai, vittima della polizia ti ritrovi. Questo perché non c’è nessun processo per eliminare velocemente i poliziotti incompetenti.
In una qualsiasi azienda libera se un lavoratore è incompetente viene eliminato, spesso prima che faccia grossi danni. Nella polizia dello Stato invece la persona incompetente non ha particolari problemi finché non fa un danno clamoroso, e anche quando lo fa comunque si attivano meccanismi statalisti che, al fine di proteggere lo Stato, proteggono l’incompetente.

Per lo Stato è difficile ammettere l’incompetenza, soprattutto palese, e questo al di là di relazioni incestuose che spesso si vengono a creare tra polizia e giudici in tanti paesi.

Tra l’altro è importante mantenere l’empatia, anche se è difficile a danno compiuto: ma i poliziotti che fanno danni potrebbero avere una loro utilità e potrebbero essere messi in posizione di non far danni e anzi essere produttivi.

In una azienda libera infatti il lavoratore incompetente non viene necessariamente licenziato, ma può essere spostato in mansioni dove non può fare danni ed essere anzi produttivo.

Ma perché questo processo di selezione dei dipendenti non avviene nello Stato?

Il motivo è sempre di tipo economico e non ha niente a che fare con la competenza o buona volontà umana. Nelle aziende non è che finiscono persone magicamente supercompetenti perché il “privato è più efficiente perché sì”, come vorrebbe la più becera retorica dei neoliberisti.
Il motivo per cui nelle aziende in genere c’è una certa efficienza è che le aziende che non fanno decisioni giuste anche in merito di personale, falliscono. Se una compagnia di sicurezza privata (di cui parleremo fra poco) mette un bestione rabbioso di 2 metri alla reception e manda una donna di 40 chili a fare da buttafuori in discoteca, difficilmente troverà clienti, e quei pochi che troverà comunque li perderà presto. L’azienda inefficiente scomparirà.

Lo Stato però ha soldi infiniti, pertanto non scompare. Una stazione di polizia dello Stato può essere composta dalle più incompetenti teste di rapa del pianeta, ma resteranno sempre lì. Una stazione di polizia, a differenza di un’azienda, non può fallire. Il fatto che la polizia dello Stato riesce a concludere qualcosa è un vero e proprio miracolo delle capacità di adattamento e buona volontà umana. Ma sappiamo bene che il prezzo da pagare in termini di risorse e fallimenti è enorme, e fare affidamento ai miracoli è stupido e volgare. Servono invece sistemi più efficienti e basati sulle leggi di natura.

Immaginare l’alternativa libera

Fatto un elenco dei problemi della polizia dello Stato, l’educazione che lo Stato ci impone tramite la scuola pubblica ci convince che “non esiste alternativa”. Ovviamente chi si ferma a questa affermazione, non potrà mai trovare alternativa.
Invece per curarci da questa convinzione, ogni volta che ci viene detto che senza lo Stato qualcosa è impossibile, dobbiamo fare l’esercizio filosofico di chiederci: se una forza superiore (tipo una divinità) ha reso impossibile lo Stato, come potremmo risolvere questo problema che oggi lo Stato ci dice che è impossibile risolvere senza di esso?

L’alternativa libera non è la mancanza di servizi di sicurezza. Solo perché lo Stato non c’è più non è detto che non ci sarebbero indagini da fare e criminali da punire. Essendoci criminali e bisogno di sicurezza, le persone saranno disposte a spendere risorse per ottenere sicurezza. Gli imprenditori escogiteranno sistemi per risolvere il bisogno di sicurezza. Problema risolto anche senza lo Stato.

Fine.

No davvero, questo dovrebbe essere ciò che basta a far capire che non serve la polizia dello Stato per avere della sicurezza, ma purtroppo la propaganda non si smonta con constatazioni brevi seppur veritiere e complete.

Molti si aspettano specifici esempi di come dovrebbe funzionare in una società libera la gestione della sicurezza. Ma questa aspettativa potrebbe derivare dall’essere cresciuti in una società statalista.
Lo Stato infatti quando tenta di risolvere un problema decide cosa fare, poi butta risorse nell’azione pianificata finché è politicamente conveniente farlo, indipendentemente dai risultati. Cresciamo quindi aspettandoci che esista una soluzione universale, conosciuta e seguibile per risolvere ogni problema. Assurdo!

Pertanto quando immaginiamo una società libera, non possiamo dire con certezza come funzionerà perché a decidere come funzionerà sarà il modo in cui le persone spenderanno volontariamente le risorse in loro possesso. Se sapessimo con certezza come funzionerà una società libera, sapremmo già quali sono le scelte delle persone, che quindi non sarebbero libere e parte di una società libera.
Per questo possiamo fare solo delle supposizioni, ma queste sono esercizi di creatività imprenditoriale di chi scrive e non indicano il modo definitivo in cui una società libera deve operare.

Per esempio uno può porre il problema “come fai in una società libera a proteggere un quartiere dai ladri?”. Allora io posso immaginare che gli abitanti del quartiere assumono delle guardie che girano di notte. Un altro può dirà che si useranno sistemi di sicurezza automatici degni del deposito di Zio Paperone. Altri diranno che ci penseranno le assicurazioni a decidere come mettere in sicurezza gli assicurati.
Le opzioni possibili sono infinite e sono infinitamente valide perché infinite sono le situazioni e le necessità del momento. Si può immaginare tutto ed il contrario di tutto, e pertanto l’esercizio diventa per quanto piacevole, non utile ai fini dell’argomentazione a favore di una società libera.

Ma anche se molti vantaggi si possono scoprire solo con la pratica, alcuni vantaggi delle alternative libere sulla polizia dello Stato sono facilmente immaginabili.

Vantaggi dell’alternative libera

Già adesso esiste la sicurezza a pagamento: la porta blindata, lo spray al peperoncino, le telecamere dei negozi, gli allarmi, le guardie giurate, tanto per fare una lista di strumenti noti a tutti e disponibili in più o meno tutte le società stataliste. Se non ci fossero risorse prelevate tramite tasse per la polizia dello Stato, i singoli individui avrebbero più risorse da spendere per migliorare e aumentare la presenza nelle loro comunità di questi strumenti liberi che già esistono.

Una cosa che dovrebbe saltare velocemente all’occhio, ma che spesso viene ignorata, è quanta innovazione ci sia constamente nei sistemi di sicurezza che si basano solo e soltanto sulla tecnologia.
Siamo così abituati a vedere l’innovazione tecnologica che ci perdiamo l’innovazione nei ruoli del lavoratore, che non c’è. Non c’è perché il lavoro umano costa di più e molti limiti vengono imposti dallo Stato, soprattutto in materia di sicurezza.

Ma in una società Libera gli imprenditori sono liberi di scoprire ruoli per servire la sicurezza della popolazione, cosa che adesso è molto difficile se non impossibile per via dei limiti arbitrari e interferenze dello Stato.

Facciamo una lista dei compiti dello Stato che abbiamo prima elencato:

  1. garantire la sicurezza delle strade
  2. controllare che i veicoli non trasportino materiale rubato
  3. cercare i criminali
  4. arrestarli
  5. indagare su un crimine per capire chi è il colpevole
  6. controllare che non ci siano topi nelle fabbriche di sughi

Questo elenco parziale di possibili compiti che adesso vengono svolti dalle polizie dello Stato, possono essere divisi tranquillamente tra più aziende e possono nascere spontaneamente sulla base delle effettive necessità della popolazione.
Se c’è un problema specifico di topi che finiscono nei sughi, ci saranno molte possibilità di profitto in quel settore e invece di provare l’unica opzione statale, magari inefficace e raggirabile, vincerà la soluzione che soddisfa il consumatore che vuole la garanzia che non ci siano topi nelle fabbriche di sughi.

Inoltre spenderemmo in sicurezza quanto effettivamente ci serve. A seconda di dove viviamo, della situazione sociale, spenderemo di più o di meno, ma sempre quanto ritenuto necessario. Adesso spendiamo sempre la stessa cifra, perché lo Stato decide arbitrariamente, anche se potremmo spendere di meno o di più, e quindi essendo più soddisfatti in entrambi i casi.

Noi ci lamentiamo, giustamente, che la polizia dello Stato se per sbaglio danneggia un innocente resta impunita. Ma forze di sicurezza privata che sbagliano non se la vedrebbero bene. Perderebbero clienti velocemente. Inoltre le forze di sicurezza privata non hanno alcun incentivo a rendere una situazione pericolosa, ancora più pericolosa. Oggi le polizie degli Stati non si preoccupano se fanno danni o meno, perché tanto alla fine pagano i tassati.
Ma la sicurezza privata se fa danni deve metterci i soldi di suo, e pertanto non può realizzare un profitto se non limita i danni nelle sue azioni.

Ci sono poi delle azioni che possiamo accettare se vengono compiute dalla sicurezza privata ma non dalla polizia dello Stato. Per esempio nessuno inviterebbe dentro casa propria la polizia dello Stato per avere un miglioramento del servizio di sicurezza, né la polizia può entrare nelle proprietà altrui (in teoria) per prevenire crimini o fare ronde di vario genere. Ma non ci sarebbero troppi problemi a concedere ad una compagnia di sicurezza privata di entrare in casa propria, nel proprio giardino, e via dicendo.
Questo perché la sicurezza privata non ha nessuno incentivo a fare danni e comunque siamo liberi di allontanarla quando vogliamo, oltre al fatto che essa è dalla nostra parte. Questo è molto importante. Essere un cliente evita di creare confusione su chi deve essere difeso da chi e, da non sottovalutare assolutamente, il cliente è una persona conosciuta.

Una compagnia di sicurezza privata probabilmente preferisce clienti che non vadano in giro a fare danni o a mettersi in pericolo inutilmente. L’agenzia di sicurezza privata può ed è incentivata ad indagare il proprio cliente prima di accettarlo.
Una testa calda si ritroverebbe a pagare un prezzo molto più alto per il servizio di sicurezza, che potrebbe anche essergli negato, quindi ci sarebbe un incentivo nella popolazione a stare tranquilli.
Nel frattempo negli Stati Uniti è ormai ricorrenza che la polizia arriva e spara al primo che fa un movimento che non piace, e questo primo può essere benissimo chi la polizia l’ha chiamata in primo luogo (many such cases). Dopotutto il poliziotto che arriva sulla scena caotica non sa proprio niente. Non che un’agenzia di sicurezza privata non si possa trovare a fare errori in situazioni caotiche, ma almeno parte con qualche informazione in più e un obiettivo preciso, da raggiungere facendo meno danni possibili.

Sempre restando sulla polizia come forza finto-neutrale, alcuni Stati più coscienti della pericolosità e inefficienza delle proprie forze di polizia, non costringono le persone a parlare con la polizia e a testimoniare contro se stessi (si pensi al quinto emendamento della costituzione degli Stati Uniti).
Questo perché la polizia dello Stato ha come obiettivo quello di trovare un colpevole. Se si parla con la polizia senza un avvocato, la polizia può montare un caso sulla base di quanto detto che non ha niente a che fare con quanto succede nel mondo reale. Per questo sono necessari strumenti come il quinto emendamento della costituzione degli Stati Uniti: riducono il rischio che la polizia costruisca casi basati sul nulla, danneggiando così gli innocenti e rallentando la scoperta del vero colpevole.
La sicurezza privata invece deve scoprire la verità, pena la perdita di reputazione, il pagamento dei danni e il fallimento.

In generale è interessante notare come molti Stati abbiano sviluppato una coscienza della pericolosità delle loro Polizie e gli abbiano imposti paletti per evitare che facciano danni troppo manifesti. Ma l’efficienza di questi sistemi basate su parole scritte su carta è molto dubbia. Molto più efficiente è l’azienda che perde clienti perché fa un pessimo lavoro, quindi fallisce.

Conclusioni

Ho illustrato i vantaggi dell’alternativa libera, anche se non sono convinto che sia possibile arrivarci.

Per quanto riguarda la polizia dello Stato, anche se dovesse continuare ad esistere in eterno perché inevitabile, sarebbe bello se questi problemi fossero più noti. Sarebbe bello se i poliziotti acquisissero consapevolezza dei limiti del ruolo che ricoprono. Purtroppo lo Stato invece di parlare dei propri limiti, preferisce raccontare favole ed esaltare un eroismo che si vede raramente. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.

ps. se vi può interessare ho scritto un articolo con qualche esempio reale di fallimenti della polizia degli Stati

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